sabato 4 giugno 2011

APOCALISSE

La montagna e il mare
Conoscono il mondo
Infinite volte meglio
Del più vecchio
Degli uomini.
Eppure milioni
Di esseri umani
Son convinti
Di poter far crollare
Le montagne
Ed inquinare
Le acque
Nel nome di loro stessi.

Bruceranno le foreste,
Saranno invase le terre
Dalle onde immense.
Il fuoco brucerà
Le città, la civiltà.
La terra inghiottirà
Chi cercherà la fuga.
La natura riderà
Della vendetta inflitta
A questo malanno
Chiamato Uomo.

Flavio Coraglia

mercoledì 1 giugno 2011

PER CHI È CAPACE DI INDIGNARSI ANCORA

Il coraggio di quei ragazzi
Che li fa scendere in piazza
Per dar voce al pensiero.
C'è chi li chiama pazzi,
Chi li esalta come eroi.
C'è chi, come voi,
Vuole spegnere le loro voci.
C'è chi, come noi,
Li ascolterebbe per sempre.
Sangue sui manganelli
Dei potenti,
Ferite aperte
Ed occhi pesti,
Sempre uniti e fieri,
Siete voi.
Indignati come
Dovremmo esserlo noi.
Sotto i colpi del bastone
Non vi spezzate mai,
Urlate, piangete
Ma resistete.
Generazione indignata
Che ha deciso
Di alzare la testa,
Urlare la rabbia.
Sperando che
Il mondo
Non chiuda gli occhi,
Non si tappi le orecchie.
Indignati,
Nelle strade,
Nelle piazze,
Soprattutto nei cuori.
Indignati per un futuro
Deciso da chi
Futuro più non ha.
Cercare la speranza
Nel marcio
Di questa società,
Che è diventata un cancro
Capace di addormentare
Tutti noi.
Ora, grazie a voi,
Possiamo vivere ancora.
Possiamo indignarci ancora.
E cambiare ancora.

Flavio Coraglia


Dedicata agli Indignados spagnoli e a tutti quei ragazzi che portano in piazza i loro ideali, senza violenza, ma con la forza di chi ha il coraggio di esprimere il proprio pensiero. Grazie a tutti voi.